Crisis management: gli errori di comunicazione di Lidl Italia sul caso delle zingare chiuse in gabbia

Crisis management: gli errori di comunicazione di Lidl Italia sul caso delle zingare chiuse in gabbia

Al di là della presa di posizione, di Lidl Italia sulla vicenda delle zingare bloccate nella gabbia scarti di Follonica, vediamo come le scelte di comunicazione aziendale siano state a mio avviso sbagliate.

Lidl in un post su Facebook scrive (clicca per ingrandire):

Lidl e zingare in gabbia

In questo caso l’errore di Lidl Italia è stato quello di non scusarsi esplicitamente: avrebbe dovuto presentare le proprie scuse pubblicamente o almeno anche verso quei clienti offesi dal comportamento dei suoi stessi dipendenti. Insomma, doveva fare un passo indietro, accostare l’orgoglio tedesco tipico (Lidl è una catena di supermercati di origine tedesca) e scusarsi con tutti.

Invece si è focalizzata sui due protagonisti della vicenda, scegliendo di: prendere le distanze, dissociarsi, CONDANNARE FERMAMENTE e prendere provvedimenti. Questo, di fronte ad un problema sociale ben conosciuto, ovvero la delinquenza nei supermercati (fatta di furti, scippi e molestie) che genera frustrazione e delusione tra gli stessi clienti, come testimoniato nel video del giornalista Saverio Tomassi (by Fanpgage.it).

Il messaggio pubblicato da Lidl Italia su Facebook è apparso come un duro rimprovero verso gli autori dello gesto di cattivo gusto, spostando l’attenzione mediatica sul gesto –palesemente scherzoso dei due ragazzi- anziché sul problema della delinquenza. Il fatto è che tutto ciò non è passato inosservato alla pubblica opinione.

Infatti, in seguito all’accaduto, l’errore più grande di Lidl Italia -che ha provocato la vera escalation (rabbia delle persone verso il brand) dalla quale intendeva invece tutelarsi- è stato quello di utilizzare il canale di Facebook per diffondere la propria presa di posizione, lasciando la libertà agli utenti di controbattere e dire la propria opinione, come solo il canale di Facebook consente di fare.

Risultato: una pioggia incessante di insulti, minacce e imprecazioni contro la scelta di Lidl, che ha generato +16.000 commenti e +1.900 condivisioni del post (causando a sua volta un’ulteriore share con effetto domino). Ovviamente questo non è successo solo sul post pubblicato da Lidl, perché se si guarda nella sezione “Post delle persone che visitano la Pagina” si apre uno scenario praticamente identico.

Quando a livello aziendale accadono fatti di questo genere, che possono ledere l’immagine aziendale della società, occorre riflettere bene su come intervenire per dare una risposta tempestiva e quindi tutelarsi.

Sicuramente è necessario conoscere bene il target di riferimento verso cui ci rivolgiamo, in particolare la clientela, per riuscire a dare un segnale di risposta il più coerente possibile all’opinione comune. In secondo luogo occorre capire quali canali utilizzare per diffondere il messaggio e trovare altre misure in grado di attenuare la negatività, favorendo invece il dialogo pacifico per porre rimedio al danno (ad esempio con azioni di fidelizzazione).

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